“Perchè le mie email finiscono nello spam?”
Il rischio che le proprie campagne di marketing si concludano nella posta indesiderata non è un’eventualità astratta, impossibile da determinare e in grado di abbattersi anche dove non ci siano intenzioni truffaldine da parte del mittente.
Il lavoro dei filtri anti spam rappresenta una salvaguardia per tutti, in considerazione che nel solo mese di maggio 2019 sono state registrate oltre 366 miliardi di email di spam al giorno.
Nonostante le apparenze, il meccanismo alla base dei filtri è piuttosto intuitivo. Sono tre i criteri che aumentano la probabilità che le tue newsletter finiscano nella posta indesiderata: il contenuto, la reputazione dell’indirizzo IP e quella del dominio. Il primo è condizionato esclusivamente da fattori umani, gli altri due sono relativi all’infrastruttura di invio.
Il contenuto
Per quando riguarda il contenuto delle email, per ridurre il rischio di finire nella rete dei filtri anti spam è sempre una buona idea evitare:
- Database composti da indirizzi email acquistati;
- Database affetti da un elevato tasso di bounce;
- E-mail lunghe e prolisse;
- Espressioni piene di parole scritte in maiuscolo, per esempio “COSA ASPETTI”;
- Molti punti esclamativi;
- Espressioni che sembrano truffaldine o spam, come “chiama ora” o “acquista subito” o “non crederai ai tuoi occhi”;
- Email composte da una sola immagine;
- Link non funzionanti o già inseriti in qualche blacklist;
- Contenuti non personalizzati, per esempio indirizzando l’email a “utente” anziché al nome del destinatario;
- Oggetto dell’email troppo corto o troppo lungo o contenente parole in maiuscolo, punti esclamativi e simboli di valute;
- Codice HTML creato mediante editor non idonei alla compilazione del markup.
La reputazione dell’indirizzo IP
Un indirizzo IP che acquisisce una cattiva reputazione finirà presto o tardi a nelle blacklist dalla maggior parte dei client di posta elettronica. In questo caso, i filtri anti spam possono dirottare le tue email direttamente nella cartella della posta indesiderata.
La causa potrebbe essere un malware sul computer da cui i messaggi vengono inviati, oppure avere inviato spam in precedenza. Quando un indirizzo IP viene inserito in blacklist, uscirne fuori è un’impresa difficilissima. Per questo le newsletter devono sempre rappresentare un potenziale valore aggiunto per i destinatari, senza dimenticare la manutenzione del sistema di invio.
La reputazione del dominio
Il meccanismo è simile a quello che regola l’indirizzo IP: una volta contrassegnato come spam, le email non raggiungeranno neppure la casella di posta dei destinatari. Anche in questo caso è improbabile riuscire a rimediare al problema e la reputazione dell’intero dominio è compromessa.
In conclusione
Preparare un contenuto ricco e rilevante per i tuoi destinatari dovrebbe essere il cuore del lavoro alla base di un’azione di email marketing. Sul lato tecnico, invece, Emailchef ti offre un grande aiuto:
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