B2B (o BtoB)
Sigla che sta per “business-to-business”, a indicare le attività che si svolgono tra aziende, in assenza del singolo consumatore finale.
Una fiera di operatori di un certo settore può avere uno spazio dedicato al B2B, ovverosia al matching tra imprese: produttori e grossisti, grossisti e rivenditori. fornitori e utilizzatori di servizi web, eccetera.
All’interno dell’email marketing, B2B indica le comunicazioni a sfondo promozionale o informativo che intercorrono tra imprese attraverso la posta elettronica.
Lo stile, il contenuto e le call to action, per quanto ampiamente personalizzabili, sono pensati per valorizzare la percezione di autorevolezza, innovazione e/o competenza del marchio.
B2C (o BtoC)
Le attività business-to-consumer consistono nella vendita di prodotti o servizi ai clienti finali, che siano singoli individui, enti o imprese.
All’interno delle campagne di email marketing, il B2C è l’amplissimo settore degli ecommerce e dei negozi online, ma anche dei portali di informazione.
Si va da Amazon e Zalando fino al piccolo rivenditore di alimentari a km 0, dal quotidiano che invia una selezione giornaliera di articoli alla piattaforma per acquistare pacchetti turistici.
Batch
Nell’email marketing è un gruppo di destinatari presenti nel tuo database dei contatti.
Potresti scegliere di scaglionare nel tempo l’invio di una campagna di email marketing a singoli “lotti” (batch) di utenti, un batch alla volta, anziché coinvolgere l’intera lista dei destinatari con un unico invio.
Questo potrebbe aiutarti a controllare il traffico verso il tuo sito internet e prevenire possibili tensioni sul server.
Blacklist (o blocklist)
Termine che può riguardare sia singoli indirizzi email che interi indirizzi IP.
- Le email che invii possono essere soggette a bounce, ovvero a non essere neppure consegnate e questo per diverse ragioni: rifiuto da parte del client di destinazione, indirizzo email errato o non più esistente, casella del destinatario piena, ecc.
Un alto tasso di bounce danneggia la reputazione dell’indirizzo IP dal quale invii e, alla lunga, affossa la deliverability di tutti i tuoi messaggi.
Per questo molte piattaforme che fanno email marketing interrompono automaticamente l’invio delle email a indirizzi che causano bounce, inserendoli in una blacklist dove rimangono fino a che il proprietario dell’account non decide cosa farne; - In caso di molteplici e ripetute segnalazioni di spam, qualsiasi indirizzo IP può essere bollato come “a rischio” da parte dei provider di posta elettronica e per questo inserito in blacklist. Questo causa l’impossibilità di consegnare i messaggi inviati da quell’IP.
Le segnalazioni di spam non sono solo quelle manuali, causate per scelta del destinatario del messaggio. Il client stesso giudica con sospetto molte email formattate in modo scadente o con testi ritenuti potenzialmente inaffidabili o ingannevoli.
Bounce Rate (o tasso di bounce)
Il tasso di mancata consegna delle email. Esistono due tipi di bounce, hard e soft. Un tasso che si possa ritenere accettabile è inferiore al 5%.
È necessario intervenire e risolvere il maggior numero possibili di casi di indirizzi email problematici: cancellali, correggili o contatta il proprietario per capirne di più. Ma non continuare a inviare email a questi indirizzi.
Bulk folder (o cartella dello spam)
Tutti la conosciamo e, in quanto mittenti di newsletter, ne abbiamo un sacro timore. In questa cartella finiscono tutte le email che il client di posta ritiene provenire da una fonte inaffidabile.
Se molte delle tue email finiscono nello spam, nonostante il destinatario ti abbia autorizzato a inviargli comunicazioni, non esitare a fargli una telefonata per chiedere di rimuovere la newsletter dalla sua cartella dello spam.
Se il tuo indirizzo IP è in sofferenza, devi correre ai ripari.
Bulk Mail (o Blast Mail)
Invio massivo di email a un pubblico il più ampio possibile, se non addirittura l’intero database a disposizione del mittente.
Di solito questa pratica riguarda un’azione di marketing (o di informazione) che scommette sui grandi numeri per le proprie chance di conversione degli utenti.
Questo va naturalmente a scapito della segmentazione del pubblico e della personalizzazione del messaggio.