Perché non inviare la stessa email a chi non l'ha aperta

Non inviare la stessa email due volte alla mailing list: esiste una strategia migliore

Perché inviare la stessa email a chi non l’ha aperta è una pessima idea (+ una strategia più efficace per migliorare l’engagement).

Chi fa email marketing, presto o tardi, si ritrova davanti a campagne dai risultati poco soddisfacenti. E magari può capitare di pensare che inviare la stessa campagna a chi non l’ha aperta possa aiutare a migliorare tassi di apertura e di engagement.

Eppure, questa strategia nasconde più insidie che vantaggi. Senza contare che basarsi solo su metriche come il tasso di apertura, spesso, non permette di avere una visione chiara del reale andamento di una campagna

In questo articolo scoprirai tutti i rischi dell’inviare la stessa email due volte e troverai alcuni consigli utili e strategie alternative per migliorare le tue metriche di invio.

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Qui sotto ne trovi uno che parla proprio di questo argomento 👇

Reinviare email non aperte: è davvero la strategia giusta?

Inviare un’email due volte a chi non l’ha aperta è una pessima idea (e ti spiego il perché).

Quando i tassi di apertura delle email non soddisfano le aspettative, potrebbe capitarti di pensare:

“E se inviassi una seconda volta la campagna a chi non l’ha aperta?”

Magari può anche sembrarti una soluzione logica per migliorare le tue statistiche di invio e aumentare l’engagement. 

Ma ho una brutta notizia 😅.

Inviare la stessa campagna due volte a chi non l’ha letta è spesso controproducente. Il motivo?

Potrebbe irritare i destinatari o (peggio) danneggiare la tua reputazione mittente. Per farla breve, è una pratica che ti consiglio di evitare.

Ma c’è dell’altro. 

Sì, perché il tracciamento dei tassi di apertura può essere ingannevole e poco affidabile. Il motivo è semplice: il tracciamento delle aperture si basa su un piccolo pixel invisibile che viene automaticamente caricato dal client di posta quando il messaggio viene aperto. 

Se da un lato questo meccanismo consente di tracciare il comportamento degli utenti, dall’altro, tecnologie come la Mail Privacy Protection di Apple, sono progettate per proteggere la privacy degli utenti nascondendo dettagli come gli indirizzi IP e impedendo il caricamento automatico delle immagini. Il risultato? 

Il tracciamento delle aperture è molto meno affidabile.

Inoltre, client di posta elettronica come Gmail pre-caricano le immagini, causando falsi positivi, ovvero aperture registrate che in realtà non avvengono.

In definitiva, il dato sulle aperture non può essere considerato affidabile al 100%, rendendo difficile distinguere tra chi ha veramente aperto con l’email e chi no.

Al di là di questo, il rischio è anche quello di creare un’esperienza negativa per l’utente. 

Ricevere lo stesso messaggio più volte può infastidire i destinatari, specialmente se non trovano il contenuto delle tue email utile o interessante. Non sto dicendo che questo sia il tuo caso, ma non si può piacere a tutti, giusto?

La stessa email inviata più volte può trasmettere un’immagine poco curata e invasiva della tua comunicazione, riducendo la fiducia nel tuo brand.

Un’ultima cosa: messaggi ripetitivi possono indurre i destinatari a segnalare le email come spam, un gesto che ha ripercussioni dirette sulla tua reputazione di mittente. E una reputazione danneggiata porta a una riduzione della deliverability, compromettendo il successo delle campagne future.

Conoscere e considerare questi limiti è essenziale per sviluppare strategie di email marketing più efficaci e rispettose del pubblico. Capire come evitare questi errori ti aiuterà non solo a proteggere la reputazione del tuo brand, ma anche a costruire una relazione di fiducia con i tuoi destinatari.

Tutti i motivi per cui dovresti (sempre) monitorare il tasso di clic delle tue email.

Una metrica decisamente più affidabile e rappresentativa dell’interesse degli utenti è costituita dal tasso di clic. 

Questo perché, a differenza del tasso di apertura, i clic dimostrano un coinvolgimento attivo degli iscritti e offrono anche dei dati precisi e utili per ottimizzare le tue strategie di marketing.

Ogni clic è infatti un concreto segnale di interesse del destinatario nei confronti del tuo contenuto.

Insomma, il messaggio che ti vuole trasmettere chi clicca è:

“Ho trovato questa email interessante e ho voluto approfondirne il contenuto.”

Ma questo non è tutto.

Ci sono altri motivi per cui il tasso di clic è la metrica giusta da monitorare, e ho raccolto per te quelli principali:

  1. Il tasso di clic ti aiuta a raccogliere dati più accurati
    A differenza del tasso di apertura di cui ti ho parlato nel paragrafo precedente, e che può essere falsato, i clic alle tue email riflettono un’azione intenzionale e precisa da parte dell’utente.
  2. I clic possono aiutarti a segmentare meglio il tuo pubblico. 
    Analizzando chi ha cliccato sui link delle tue email, puoi sapere chi è interessato a ciò che offri. Questo ti permette di creare delle email di follow-up altamente personalizzate, basate sugli interessi e comportamenti degli iscritti.
  3. Il tasso di clic è un indicatore del coinvolgimento degli utenti.
    I clic ti aiutano a capire quali contenuti funzionano meglio, fornendoti dati utili per ottimizzare e migliore la tua strategia di comunicazione.

Insomma, grazie ai clic, puoi spostare il focus delle tue campagne da un semplice tracciamento delle aperture a una valutazione più concreta e dettagliata dell’engagement degli utenti. 

Ma come sfruttare al massimo i dati a tua disposizione?

Te lo spiego nel prossimo paragrafo.

Come creare una campagna di follow-up efficace e migliorare i tuoi tassi di conversione.

Per ottenere il massimo dalle tue campagne di email marketing, è quindi importante utilizzare un approccio che si concentri sui clic degli utenti. 

Basarsi sui clic per individuare chi ha interagito attivamente con i tuoi messaggi ti aiuta infatti a calibrare e ottimizzare le tue comunicazioni future. 

Ma come creare una campagna di follow up efficace? Te lo spiego subito.

1. Segmenta i contatti.

Inizia identificando chi ha cliccato e chi no, poi segmenta i contatti in base ai loro comportamenti. Ad esempio, potresti creare un gruppo per chi ha cliccato su un link specifico e un altro per chi non ha interagito.

Leggi anche: Come creare segmenti.

2. Ottimizza i contenuti.

Aggiorna l’oggetto e il corpo dell’email per renderli più accattivanti e in linea con le esigenze dei tuoi contatti. Fornisci anche valore aggiunto con offerte, risorse esclusive o contenuti personalizzati, che rispondano direttamente ai bisogni o alle preferenze del tuo pubblico.

Usa una call-to-action creativa che inviti i destinatari ad agire immediatamente. Ad esempio, puoi offrire uno sconto limitato nel tempo o un accesso gratuito a una risorsa utile.

3. Personalizza gli invii.

Invia il follow-up solo a chi non ha cliccato ed evita di inviare email indiscriminatamente. In questo modo mantieni alta la qualità delle tue liste.

Varia poi il momento dell’invio per testare l’efficacia in diverse fasce orarie o giorni della settimana. Ad esempio, invia le email la mattina presto o nel tardo pomeriggio per scoprire quali orari funzionano meglio per il tuo pubblico.

4. Monitora le metriche.

Analizza costantemente i dati di clic e conversione. Questo ti permette di identificare quali messaggi funzionano meglio e quali necessitano di miglioramenti.

Usa le informazioni raccolte per affinare la tua strategia: ad esempio, se noti che un determinato tipo di contenuto genera più clic, considera di replicarlo o approfondirlo in campagne future.

Tieni poi sempre presente che le liste di contatti rappresentano un asset prezioso per ogni azienda, un vero e proprio tesoro di opportunità. 

Oltre a essere la base per una comunicazione efficace, rappresentano il punto di partenza per costruire relazioni solide e durature con il tuo pubblico. Investire in campagne mirate e personalizzate non significa solo migliorare i risultati in termini di conversioni, ma anche alimentare la fiducia e il coinvolgimento degli iscritti. 

Ogni messaggio che invii può trasformarsi in un’occasione per dimostrare attenzione alle esigenze dei tuoi destinatari, rafforzando così il legame con il tuo brand.

Inviare la stessa email a chi non l’ha aperta non migliorerà i tassi di engagement (ma una campagna di follow-up basata sui clic sì).

In definitiva, il successo delle tue campagne email non dipende dal mandare lo stesso messaggio più volte, ma dal farlo arrivare al momento giusto e con i contenuti giusti. Concentrarti sul tasso di clic e costruire strategie mirate ti permette di capire davvero cosa interessa ai tuoi destinatari e di rafforzare la relazione con loro.

Segmentare, ottimizzare e monitorare costantemente i risultati non sono solo buone pratiche, ma gli ingredienti essenziali per far crescere il tuo brand e consolidare la fiducia del tuo pubblico.

Ricorda: ogni messaggio che invii è un’occasione per dimostrare attenzione, creare valore e rendere i tuoi iscritti partecipi della tua visione. Sfrutta al meglio ogni opportunità per distinguerti e costruire una comunicazione che faccia davvero la differenza.

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Luca Marras

Scritto da Luca Marras: CEO presso Emailchef, esperto di email marketing e email deliverability.

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