AI summary, nuove categorie email e contenuti scansionabili: come adattare le tue newsletter alle nuove regole imposte da Apple e dall’intelligenza artificiale.
L’intelligenza artificiale sta cambiando tante cose nella nostra vita quotidiana: scrive testi, riassume articoli, crea immagini… e ora sta iniziando a cambiare anche il modo in cui leggiamo le email.
Con l’arrivo di Apple Intelligence su iPhone (grazie a iOS 18), gli utenti potranno vedere un riassunto automatico delle email in entrata senza nemmeno aprirle. Questo significa che, per chi fa email marketing, le regole stanno cambiando.
Se prima l’obiettivo era attirare l’attenzione e incuriosire il lettore per farlo leggere fino in fondo, oggi bisogna convincere l’AI a riassumere bene il messaggio per farsi notare in pochi secondi.
Ed è quello di cui ti parlo in questo articolo 🤖.
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Come rendere la tua email interessante (anche per l’AI).
Con iOS 18, Apple ha introdotto una funzione che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui le persone leggono le email.
Quale funzione?
Quella dell’AI Summary, ovvero un riassunto generato automaticamente in base al contenuto del messaggio, che è reso visibile ancor prima di aprirlo.
Certo, non si tratta di una funzione totalmente nuova, specialmente per chi già utilizza strumenti come Gemini o altri assistenti AI. Ma il fatto che questa funzione sia ora integrata di default nei dispositivi Apple segna un’evoluzione significativa.
Il punto è semplice: molti utenti non leggeranno più l’intera email. Si affideranno al riepilogo generato dall’intelligenza artificiale per decidere se vale la pena continuare. E se il succo del messaggio non è già chiaro in quelle prime righe, rischia di non essere mai letto.
Per questo motivo, il modo in cui strutturiamo le newsletter deve cambiare.
Diventa cruciale partire con un paragrafo iniziale breve, diretto, che contenga già il messaggio principale e una call to action evidente. Una sorta di abstract in miniatura, pensato per attirare l’attenzione sia degli utenti che delle AI.
Ma non basta solo l’attacco: anche il resto dell’email va progettato con una logica diversa.
Con la diffusione dell’intelligenza artificiale, le newsletter iniziano ad assomigliare sempre più a pagine web ottimizzate per la SEO: suddivise in sezioni, con titoli chiari, una gerarchia visiva ben definita e contenuti facilmente “scannerizzabili”.
Tecniche che puntavano sulla curiosità, come i classici “Scopri cosa succede alla fine…”, diventano meno efficaci. Le AI, per motivi di efficienza, tendono ad analizzare solo le prime righe o i blocchi informativi più leggibili. Se il messaggio è sparso o criptico, semplicemente non verrà intercettato.
Ma cosa significa nella pratica scrivere una newsletter per l’AI?
1.
Suddividere il testo in paragrafi distinti, ognuno con un titolo esplicativo che faciliti la lettura e l’orientamento;
2.
Evitare blocchi di testo troppo lunghi o complessi, per non scoraggiare né i lettori né gli algoritmi;
3.
Inserire informazioni e punti chiave facilmente identificabili e sintetizzabili, così da agevolare anche la generazione automatica di riassunti;
4.
Strutturare il contenuto in modo che sia immediatamente comprensibile, sia a un’occhiata rapida di un utente sia a un’analisi veloce da parte di un’intelligenza artificiale.
Con iOS 18, le email vengono divise sulla base del loro contenuto.
Apple però non si limita a introdurre l’AI Summary.
Un’altra novità in arrivo con iOS 18 è la suddivisione delle email in categorie personalizzate.
Questa funzione non è del tutto nuova, visto che servizi come Gmail da anni organizzano la posta in schede come Promozioni, Social o Principale. Tuttavia, Apple punta a fare un passo in più, sfruttando l’intelligenza artificiale per analizzare il contenuto di ogni email e assegnarla alla categoria più adatta in modo ancora più preciso e “intelligente”.
Questo approccio rende più difficile nascondere contenuti promozionali sotto una veste diversa, perché l’AI è in grado di riconoscerne la natura in base alle parole, al tono e agli elementi presenti nel messaggio.
Per questo motivo, ti consiglio di preparare le tue email promozionali in modo chiaro e diretto, senza tentativi di camuffamento. Gli utenti oggi sono più consapevoli e sanno distinguere rapidamente se un’offerta ha valore o meno. Una comunicazione onesta, che rispetta la loro intelligenza e mostra coerenza, ha più probabilità di catturare l’attenzione e generare clic e interazioni reali.
Se invece vuoi inviare email informative o che puntano a instaurare una relazione con i clienti, il tuo obiettivo dev’essere quello di far assomigliare il più possibile la tua email a un’email personale.
In caso contrario potresti finire nelle cartelle promozionali o (peggio) la tua email potrebbe essere ignorata dai sistemi di classificazione.
Come evitarlo? Ecco alcune tecniche utili:
- Invia da un mittente reale: usa formule come “Luca di Azienda X” invece del solo brand.
- Personalizza l’oggetto: inserisci il nome del destinatario e evita parole come “sconto”, “offerta”, “promo”.
- Usa un design snello: meno immagini, meno layout complessi, meno link.
- Stimola risposte reali: fai domande, invita alla conversazione. Le risposte alle email sono ottimi segnali per i provider, che potrebbero classificare meglio le tue comunicazioni.
Un’altra funzione ancora in fase iniziale, ma con enormi potenzialità, è il box priorità.
Apple Intelligence potrebbe iniziare a distinguere automaticamente le email più urgenti dalle altre, indipendentemente da quando sono arrivate.
In prospettiva, le inbox del futuro potrebbero non essere più semplici elenchi cronologici, ma raccolte di informazioni con titoli, sommari e filtri.
Per prepararti, inizia a scrivere email “scansionabili”: titoli chiari, paragrafi brevi, struttura gerarchica del contenuto.
📌 Il tasso di apertura? Dopo iOS 15 rimane inaffidabile (ma ti spiego come rimediare).
Anche se introdotta con iOS 15, la Mail Privacy Protection (MPP) continua ad avere un forte impatto sul nostro modo di fare email marketing. Apple, infatti, carica i contenuti delle email su server proxy, rendendo i dati di apertura inaffidabili.
In breve: ti consiglio di abbandonare l’open rate come metrica di riferimento principale e concentrati su:
✅ Click-through rate (CTR);
✅ Tasso di conversione;
✅ Risposte ricevute;
✅ Comportamenti post-click sul sito.
Segmenta il tuo pubblico in base al comportamento reale: chi clicca, chi acquista, chi risponde. Non puoi più affidarti solo ai dati di apertura per capire chi è interessato.
Scrivere email nel 2025: come sempre è tutta questione di strategia.
Con l’arrivo di Apple Intelligence, quindi, iOS 18 non introduce solo nuove funzioni: alza l’asticella. Le newsletter devono diventare più chiare, leggibili, strutturate. Devono convincere prima un algoritmo e poi un essere umano.
Ma questo cambiamento non è una minaccia: è un’opportunità. È l’occasione per costruire email più utili, più oneste e più coerenti con le aspettative di chi le riceve. Non si tratta più di forzare l’attenzione o di puntare tutto su trucchetti da copywriting, ma di creare valore reale, comunicato in modo trasparente e ben organizzato.
L’intelligenza artificiale sta cambiando le regole del gioco. Ma chi scrive con chiarezza, struttura e consapevolezza ha ancora tutto da guadagnare.
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